La storia della Cascina di Pianpicollo, situata nel territorio della Borgata Valdame di Levice, è di per sé emblematica in quanto esemplifica alla perfezione la storia di una delle tante cascine di pietra che punteggiano, caratterizzandolo, il territorio l'Alta Langa. Area di alte colline posizionata nella parte meridionale del Piemonte e ai confini con la Liguria, l'Alta Langa ne ha da sempre sentito le influenze non solo linguistiche, ma anche culturali. Proprio all'influenza ligure si potrebbe risalire per attribuire il significato originario del toponimo di 'cian' (poi diventato Pian) utilizzato nell'entroterra ligure per indicare zone in cui la sistemazione a terrazze era di forma più pianeggiante ed estesa rispetto alle classiche 'fasce' o 'maxere' ben più stette ed impervie.

Così è infatti per le terre che compongono la proprietà di Pianpicollo, ampie e moderatamente acclivie, luogo ideale per essere scelto come sito in cui costruire una cascina. Alle terre, sicuramente più facili da coltivare rispetto alle molte assai più ripide della Borgata di Valdame, il sito aggiunge anche la sua collocazione strategica in prossimità tanto dello spartiacque collinare che divide la Valle Bormida dalla valle Uzzone, che delle principali vie di comunicazione: la strada che da Levice conduce a Prunetto - una delle vie principali che storicamente collegavano, prima della nuova viabilità di inizio e metà '900, il mare con il sud Piemonte, la strada che collega Levice a Castelletto Uzzone.


La Cascina compare già nella cartografia storica di fine settecento. La sua rappresentazione indica una impianto semplice composto da un corpo principale che segue le linee di livello e da un suo prolungamento che si innesta in testata originando così un cortile interno e una forma a L. 

L'intervista fatta a gennaio 2013 a Mario Negro, quinto dei sei figli di Sebastiano e ultimo proprietario di Pianpicollo della famiglia Negro, ha permesso la ricostruzione dell'evoluzione della Cascina a partire dal 1910 - l'anno in cui suo padre si trasferì da Casa Briga (oggi Pianpicollo sottano o Pianpicollo Domestico) con la sua famiglia, alcuni anni dopo il suo matrimonio – fino agli inizi degli anni '80.


'Era una bella cascina, avevamo tutto. Quando siamo arrivati la cascina aveva un fabbricato grande con a piano terra una camera, la sala, la cucina, una stanza dove alle volte dormiva mia mamma. Poi c'era la scala che portava al piano superiore dove c'erano le camere da letto. Un camino era sotto, a piano terra e poi uno sopra, al primo piano. Quella era la stanza dove stavano i bambini piccoli e chi era un po' debole o era malato.

Accanto a questo fabbricato c'era la stalla con sopra il fienile. Accanto alla stalla c'era la cisterna per l'acqua che veniva alimentata dalle grondaie. Una scala portava all'aia superiore dove si batteva il grano e dove per tanti anni c'era anche il forno con insieme l'essiccatoio per le castagne (si entrava nell'edificio del forno e dietro c'era l'essiccatoio). Quando il forno si è rovinato ne abbiamo costruito uno vicino al cortile sotto, più comodo perché vicino alla cucina e non bisognava fare le scale per salire e scendere. Vicino al forno ci sono due pozzi.

La casa grande di fronte all'abitazione l'abbiamo costruita noi con l'aiuto di zii e cugini. Ci serviva dello spazio per il fuiac (le lettiere di foglie) da usare per le pecore e i maiali.

Sopra a questa stanza abbiamo deciso di fare un locale da usare come granaio. L'ingresso era al livello dell'aia superiore. Era comodissimo, si batteva proprio lì davanti e si portava dentro il grano pulito al coperto. Nella costruzione bassa, la tettoia chiusa proprio accanto a questo fabbricato e di fronte all'ingresso per la cucina, mettevamo il vino e la legna che ci serviva per il camino e per il forno. Le galline stavano nel vano della casa sull'angolo, sotto la stanza.'

Il racconto di Mario Negro parla in modo eloquente della funzionalità costruttiva e organizzativa del mondo della cascina. Un mondo dotato di grande capacità di autonomia produttiva, ma al tempo stesso profondamente in relazione con il territorio circostante (per vendere e lavorare i prodotti, per la socialità).

Gli spazi della cascina, e non solo quelli dell'abitare, ma anche quelli necessari per svolgere al meglio le attività produttive (ricovero) e di preparazione dei cibi, di conservazione e prelievo dell'acqua, utilizzano la grammatica costruttiva della tradizione locale e parlano il linguaggio del territorio conservandone coerentemente il carattere distintivo. I volumi costruiti sono sempre semplici ed essenziali, non è riservato alcun spazio alla decorazione e tanto meno al superfluo. Le proporzioni tra la facciata e il tetto, tra i vuoti e i pieni sono perfette ed equilibrate, sicuramente dettate da esperienza e capacità manuali: uno stile riconoscibile a distanza e valore in sé da conservare e tramandare.


La pietra è il materiale per eccellenza, utilizzata per ogni costruzione: lasciata a vista per i fabbricati rurali, intonacata per l'abitazione principale.

Reperita dallo scasso dei terreni agricoli e lungo i rittani in prossimità della costruzione, è utilizzata al meglio attraverso scelte sapienti che ne individuano un uso specializzante e finalizzato: pietre con facce più regolari e leggermente lavorate per i muri degli edifici, pietre meno lavorate e magari anche più grandi per i muri che fiancheggiano le strade e sono muri di contenimento, pietre in scaglie per livellare i corsi dei muri man mano che la costruzione cresce verso l'alto, 'ciape' ovvero pietre piatte di varia dimensione per realizzare la copertura dei tetti, pietre di taglio per i selciati e per l'aia, pietre piatte posizionate in verticale per costruire la canna fumaria, pietre piccole per il drenaggio, pietre disposte a volta per realizzare stalle, cantine, passaggi, sfruttandone così al meglio le proprietà strutturali.

L'uso del legno, più flessibile, è affidato ai solai, all'orditura del tetto, agli infissi e ai balconi.

La ristrutturazione di Pianpicollo ha seguito i criteri della conservazione e valorizzazione degli elementi  costruttivi e i materiali tradizionali da un lato, e l'inserimento di tecniche e tecnologie all'avanguardia nell'isolamento, gestione dell'energia e dell'acqua, dall'altro.

Pianpicollo Transformation Project time lapse