La Dote | Donatella Murtas

cantieri immateriali

Che cos'è Pianpicollo Selvatico?

E' sicuramente molto di più di un nome, molto più di un insieme di volumi delimitati da muri e costruiti per creare riparo. E' un luogo scelto per diventare casa, è storie, vita, progetti, sogni di futuro.

Ed è, fatto per nulla trascurabile, parte di un sistema organizzativo storico pensato per vivere al meglio, nella quotidianità, le colline dell'Alta Langa seppure oggi la cascina di Pianpicollo, osservandola da lontano senza sapere, sembri piuttosto un'isola circondata da ampi campi coltivati e coltivabili - 'cian' da cui poi 'pian' -  e da boschi che uno dei nodi vitali di una rete territoriale.

I luoghi, i sistemi, dimostrano la loro efficacia fino a quando sono vissuti, praticati, aggiornati in base alle nuove esigenze e così nella scelta dei preparativi necessari a riabitare Pianpicollo Selvatico si è deciso di affiancare al recupero tangibile delle architetture quello intangibile del loro significato, cioè i racconti legati al loro vissuto, per raccogliere ciò che rischiava di essere dimenticato, per dare evidenza della ricchezza puntuale delle conoscenze, nate e affinate nel tempo per abitare queste terre.

Così, piuttosto che immaginare ciò che era stato, la ricerca fa domande, prende la forma di incontri e dialoghi con chi ha vissuto in prima persona questi luoghi, il passare del tempo, affacciandosi in simultanea su di una carta storica* conservata all'Archivio dell'Istituto Geografico Militare di Firenze, bellissima, che illustra con dettaglio meraviglioso il territorio così come era alla fine del 1700.

Il tutto avviene con delicata curiosità, senza dar nulla per scontato, spinti dal desiderio di rimettere insieme i frammenti sparsi da geografie modificate, da modalità del vivere mutate, con il desiderio di riunirli e ricomporli in un'unica narrazione a più voci, in una mappa di comunità che permetta di leggere i legami esistenti tra  le persone e i luoghi, tra ciò che si vede e ciò che non si vede più, per comprendere l'oggi e sostenere le scelte di futuro.

Da metà 2014 all'inizio del 2016 la ricerca ha raccolto 11 racconti che parlano in modo eloquente della funzionalità costruttiva ed organizzativa del mondo delle cascine, di un mondo dotato di una grande capacità di autonomia produttiva, ma al tempo stesso profondamente in relazione con il territorio circostante non solo per vendere e lavorare, ma anche per far festa. Non sono mai storie isolate. Sono invece storie che si intrecciano ripetutamente tra di loro creando forza, sicurezza, vitalità. Un tessuto.

Vengono smentite, senza gli effetti speciali della retorica e della dolcezza della nostalgia, parole e concetti come 'isolamento', 'monotonia', 'silenzio' che lasciano il posto a 'relazioni', 'collaborazione', 'stagionalità', 'diversità', 'qualità', 'socialità', 'allegria', 'produttività'.

Si può sposare una causa e si può sposare un luogo.

Le narrazioni raccolte durante gli incontri con gli abitanti di Pianpicollo e delle cascine che gli sono vicine sono la preziosa dote consegnata con affetto a chi ha deciso di abitare questo luogo perché ne faccia buon uso e possa continuare, con il suo abitare sensibile, questo racconto avviato tanto tempo fa, facendo tesoro di ciò che è stato.

Che cosa d'altro potrebbe servire per abitare Pianpicollo Selvatico?